A partire da oggi in Sardegna la comunicazione istituzionale dovrà utilizzare la declinazione al femminile di ruoli e cariche pubbliche ricoperti da donne, come ad esempio “sindaca” o “consigliera”o “prefetta”. Lo prevede, in un articolo dedicato allo sviluppo delle politiche di genere e alla revisione del linguaggio amministrativo, la legge sulla semplificazione appena approvata.
SSEO si è chiesto quante siano effettivamente le donne elette nel Consiglio Regionale sardo, in comparazione col resto d’Italia. Stando ai dati Istat, la nostra isola è purtroppo abbondantemente in coda, con la più bassa percentuale di donne elette consigliere, pari solamente al 6,7% rispetto ad una media italiana del 18%. Il dato risulta inferiore nell’attuale composizione dei consigli persino al dato complessivo del meridione d’Italia che si attesta su un valore pari all’11,3%.
Quali effetti ha questa scarsa rappresentanza sulle politiche pubbliche in Sardegna? La sottorappresentazione della metà femminile della popolazione può influire negativamente sulla tutela di diritti e bisogni? Prossimamente pubblicheremo delle ulteriori elaborazioni per approfondire il tema, vedremo il numero di donne elette nei Consigli comunali, gli assessori e tutte le cariche elettive o comunque di natura politica presenti nei diversi livelli istituzionali sardi. Ciò servirà per avere un’idea dell’effettiva presenza femminile nella vita politica e pubblica sarda e ci auguriamo che possa favorire un dibattito a 360° sulla questione di genere in Sardegna.
STAFF SSEO – SARDINIAN SOCIO ECONOMIC OBSERVATORY
Dati: ISTAT