Nelle scorse settimane ha preso il via la nuova campagna di slacci ad opera del gestore unico del servizio idrico integrato in Sardegna. Il provvedimento – che prevede la sospensione totale dell’erogazione dell’acqua – interessa 1.244 utenze, per un totale di 19.368 fatture non pagate e 7,2 milioni di euro di importi non corrisposti.
I dati riportati nell’elaborazione che presentiamo mostrano in sintesi quanto sta accadendo in Sardegna in questi giorni. Il gestore unico nel comunicato che annuncia i provvedimenti di slaccio ha dichiarato che tra i morosi vi è la presenza di numerosi resort costieri ma nel considerare provenienza territoriale e importi dovuti si evince un quadro molto più complesso. Circa il 30% delle utenze ha un debito con Abbanoa che non supera i 4.000 euro mentre, complessivamente, circa il 70% delle utenze plurimorose non supera i 5.000 euro. Solo nel 5% dei casi si tratta di casi di morosità che superano i 10.000 euro. La distribuzione per comune riguarda 215 comuni in Sardegna e non esclusivamente le zone costiere, tant’è che il centro principale ad essere interessato risulta essere Nuoro: il capoluogo barbaricino vedrà lo slaccio di 85 utenze.
Lo slaccio totale dell’acqua è un’azione fortemente controversa e contestata da numerose associazioni in difesa dei diritti civili. Nello Stato Italiano, tuttavia, risulta essere una pratica ampiamente diffusa a partire dall’entrata in vigore del decreto legge 152/2006.
Su questo tema, il 20 aprile 2016, ha ottenuto il primo via libera dalla Camera dei Deputati il decreto di legge sui “Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque” che garantisce l’accesso gratuito a un minimo vitale di acqua (50 litri al giorno) per ogni cittadino. Si tratta di un primo passo – sebbene in netto ritardo – in linea con la direttiva dell’Unione Europea 2000/60/CE che ribadisce l’accesso all’acqua quale servizio indissolubilmente legato al diritto alla vita e alla dignità umana.
Nelle sezioni 3 e 4 dell’infografica viene mostrata la distribuzione per area territoriale del debito e la consistenza degli slacci, il numero delle fatture insolute e l’importo non pagato per provincia. La Provincia di Sassari risulta essere quella in cui è presente il maggior debito nei confronti del gestore unico pari a 1,5 milioni di euro, seguono le provincie di Olbia-Tempio e Nuoro (1,4 e 1,3 milioni) che a loro volta fanno registrare il numero di utenze in corso di disattivazione più ampio (rispettivamente 232 e 267).
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LINK1 – altre elaborazioni sul tema acqua
LINK2 – Si veda anche l’elaborazione con i comuni che presentano il maggiore numero di casi in Sardegna di insolvenza (presto online).
FONTE: ABBANOA.IT
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